Maurizio Storti
5/5
L'occasione di rivedere "La prima notte di quiete", l'intensissimo e struggente capolavoro di Valerio Zurlini, durante una proiezione in matinée al Cinema Arlecchino (Cineteca Milano), mi ha fatto fare un tuffo nel passato.
Quando ero un ragazzo abitavo a Milano ed ero appassionato di cinema, non inteso soltanto come "film" ma anche come locali in cui essi venivano proiettati. Negli anni '70 in Corso Vittorio Emanuele II e vie limitrofe era un pullulare di sale cinematrografiche che per me diventarono un vero culto nella selezione e nelle preferenze che me ne ero fatto. Non essendo alto di statura il mio problema era sempre quello di scegliere locali ove la visibilità dello schermo fosse, se non ottimale, quantomeno accettabile. Perciò la scelta cadeva su locali dotati di galleria ove si poteva sicuramente apprezzare lo spettacolo da una posizione quasi privilegiata. Ho amato tutti i Cinema di Milano in funzione anche dei film che preferibilmente vi erano proiettati. Ricordo il Capitol regno di Fellini, l'Ambasciatori di Elio Petri, l'Odeon per 007, l'Apollo per capolavori come "Il Dottor Zivago" e "Ludwig" di Visconti. Tra i miei cinema preferiti potrei citare anche l'Excelsior, l'Astra (come Metro-Astra proiettava alla domenica mattina i film di Tom&Jerry che vedevo, allora più piccolo, accompagnato da papà) e poi il più recente e moderno President che aveva delle poltrone fantastiche a seduta fissa (quasi tutti i cinema allora erano dotati di seggiolini ribaltabili) e con una distanziatura che consentiva sempre una visione perfetta.
Il Cinema Arlecchino, costituito da un'unica sala a platea discendente, non era il massimo per la visibilità a pieno schermo se si trovava qualcuno alto di statura che non affondasse nella poltrona antistante.
Eppure fu un locale ricco di fascino per la qualità delle pellicole proiettate (lì vidi quasi tutti i film di Woody Allen), per l'intimità di una sala con un numero contenuto di posti e soprattutto per il fascino dell'arredamento degli spazi prospicienti l'ingresso alla sala cinematografica.
Certo, oggi che vivo non lontano da Milano e frequento giocoforza un Multiplex, godo di sale dalla pendenza di una gradinata, con visione ineccepibile e poltrone eccezionalmente confortevoli, ma l'anonimato e la freddezza che trasmettono questi locali toglie molto del fascino dell'andare al cinema.
Così, in un epoca dove tutti i cinema milanesi della mia gioventù sono scomparsi, è stato un piacere (in occasione della riprogrammazione del film di Zurlini, anno 1972, ora restaurato) ritrovare l'Arlecchino: stessa entrata, stessa biglietteria, stesse scale con i mosaici raffiguranti la nota maschera, stesso foyer antistante l'ingresso alla sala di proiezione, con gli arredamenti vintage ben conservati (bellissimi i divanetti rossi) in un contesto al quale collaborarono con opere d'arte Lucio Fontana, Pietro Fornasetti e, per gli arredi, Luigi Filippo. Alle pareti, splendide vetrofanie di dive e divi della cinematografia d'antan contribuiscono a permeare di eleganza l'atmosfera degli ambienti e degli spazi comuni.
La sala cinematografica vera e propria conserva la sua caratteristica discreta pendenza fino a metà circa, ove diviene più propriamente platea. È circondata da velluti rossi e le poltrone ora rinnovate e numerate non hanno nulla da invidiare a quelle dei moderni multiplex: in morbido velluto grigio presentano comode sedute fisse, larghe e ben distanziate da quelle anteriori e posteriori, munite anche di porta-bottiglietta (ma non è un cinema da popcorn, guai!). Eccellente il sonoro.
L'Arlecchino, fondato nel 1948, è oggi riconosciuto come Locale Storico.
Unico appunto, se consentito, pur in una giornata di Settembre ancora molto
calda e detto da uno non certo freddoloso di natura, la gelida aria condizionata circolante in sala, simbolicamente adatta, se vogliamo, all'atmosfera di una plumbea e invernale Rimini in cui è ambientato "La prima notte di quiete". Non avrebbe guastato, insomma, il cappotto cammello di Delon!
(7 Settembre 2024)
- Aggiornamento fotografie del 28 Settembre 2024