GERARDO IANNACCONE
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Due belle icone mariane furono eseguite nei primi decenni del Novecento da Antonino Calcagadoro, la prima per la chiesa della Madonna di Loreto, la seconda per la chiesa di Santa Scolastica. Entrambe ci aiutano a far memoria di due chiese scomparse dal panorama religioso della città di Rieti. La chiesa della Madonna di Loreto sorgeva immediatamente fuori dai bastioni di porta Cintia, quasi agli inizi del viale alberato che con i suoi doppi filoni di platani conduceva diritto fino alla meta della Madonna del Cuore. Qui sorgeva da tempo immemorabile una cappelletta in cui dietro un'nferriata era un'antica immagine della Madonna lauretana.Cresciuta la devozione popolare, che aveva promosso una particolare celebrazione che si svolgeva il martedì successivo alla Pasqua, fu intrapresa agli inizi del XVIII secolo la costruzione della chiesa, ben dotata grazie alla liberalità del governatore di Rieti monsignor Carlo Rezzonico. Nel 1844 alla chiesa fu annessa una colonia agricola che ospitava fino ai diciotto anni di età gli orfani di sesso maschile, avviandoli al lavoro dei campi. Negli anni Trenta, esaurita ormai la funzione sociale dell'orfanotrofio, la chiesa fu abbattuta per fare spazio alla costruzione del complesso della scuola elementare "Guglielmo Marconi", su progetto dell'ing. Angelo Guazzaroni. La bella tela di Calcagnadoro, che raffigura la Vergine Maria con il Bambino Gesù benedicente sulla casa santa portata in volo dagli angeli fino all'approdo sulla costiera marchigiana, fu ricoverata presso la chiesa parrocchiale di San Donato. Quando anche questa sede fu destinata ad uso civile, monsignor Carlo Bragoni la portò con sé nella sede parrocchiale di Regina Pacis a cui era stato destinato. Alla morte di monsignor Bragoni, la chiesa era ancora un cantiere ma la tela della Madonna di Loreto vi è stata gelosamente custodita nell'ufficio del parroco fin quando don Fabrizio Borrello non decise di ricoverarla in Curia dove è a tutt'oggi depositata. La tela eseguita invece per l'altare laterale a cornu Evangelii della chiesa di Santa Scolastica assunse fin dalla sua ispirazione il valore memoriale per un edificio sacro scomparso: si trattava della chiesa di San Giovanni Evangelista, che sigillava il lato occidentale della piazza del Comune, abbattuta per fare spazio alla costruzione di un grande albergo, il "Quattro Stagioni" destinato ad accogliere i forestieri irresistibilmente attratti a Rieti, una volta assurta al rango di capoluogo di provincia. Così la città pagava il tributo dovuto alla modernità. La chiesa di San Giovanni Evangelista, comunemente detta di San Giovanni in Statua per la millenaria presenza di importanti reperti archeologici testimoni del passato della Reate sabino-romana, era sede dei Padri Scolopi che furono destinati alla rettoria di Santa Scolastica. Padre Giulio Angelini, indimenticato animatore dell'oratorio che per decenni assolse alla funzione di doposcuola e di fucina di talenti per i fanciulli e i giovani reatini, volle almeno far memoria del glorioso passato della chiesa di San Giovanni Evangelista commissionando a Calcagnadoro la bella Madonna in maestà con San Giovanni impegnato alla stesura del suo Vangelo, affiancato dall'emblema parlante dell'aquila , e San Giuseppe Calasanzio che addita alla protezione della Vergine i fanciulli affidati alla Congregazione degli Scolopi per essere educati ed istruiti nei sani principi della pedagogia calasanziana.
Professoressa Ileana Tozzi