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Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz Città Meticcia - Roma, Città metropolitana di Roma Capitale
Indirizzo: Via Prenestina, 913, 00155 Roma RM, Italia.
Sito web: facebook.com.
Specialità: Museo d'arte, Attrazione turistica.
Altri dati di interesse: Bagno accessibile in sedia a rotelle, Ingresso accessibile in sedia a rotelle, Parcheggio accessibile in sedia a rotelle, Toilette, Adatto ai bambini.
Opinioni: Questa azienda ha 319 recensioni su Google My Business.
Media delle opinioni: 4.6/5.
Posizione di Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz Città Meticcia
Il Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz Città Meticcia è una attrazione turistica culturale situata a Roma, Italia, con l'indirizzo Via Prenestina, 913, 00155 Roma RM. Questo museo unico nel suo genere è facilmente accessibile in sedia a rotelle, con bagni, parcheggio e ingresso adatti a persone con mobilità ridotta.
Recensioni di Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz Città Meticcia
Al Pel
Uno spazio abbandonato,ex fabbrica Fiorucci ,reso fertile da molti artisti che lo hanno arricchito,unico museo abitato dove profumi di spezie e 13 etnie diverse convivono insieme. Si entra il sabato mattina e alle 11 parte una guida che spiega un po' la situazione del luogo. È possibile mangiare anche lì,pranzo sociale,a buffet 10€. La visita costa 5€. Andate a farvi un giro.
Sergio Rossi
Un autentico paradiso per gli amanti della street art. Ingresso con donazione a libera scelta,ma sicuramente ne vale la pena. Possibilità di organizzare tour guidati e spesso frequentato da giornalisti, stampa e gli artisti stessi che cercano di affermare le loro opere!!! All'interno anche un grazioso bar per un aperitivo o un pasto veloce. Veramente suggestivo e incredibile,come trasformare un luogo tetro e triste in un tempio di arte..... Insomma da visitare per gli amanti e non....
Gino Pitaro
Posto assolutamente straordinario, la vera arte, che raramente si osserva con tale potenza espressiva nelle gallerie.
Il Maam è continuo laboratorio, sperimentazione, cura delle proposte, assistenza abitativa, rigore nella realizzazione artistica o creativa, doposcuola e sostegno in vari ambiti.
Nelle foto potete scorgere molti dei temi attuali o delle funzioni affermate: la piscina sociale di chi vi abita, il Cristo avan pop, la condizione della donna in burqa, il migrante su un mare in cui le scie sono ossa, il simbolismo della lavorazione dei suini come metafora contemporanea (il centro sociale è un salumificio dismesso), le chiocciole in un angolo del soffitto, le realizzazioni creative e manualo dei ragazzini nel laboratorio, la porta che si ispira alla creatività di David Lynch, un'opera di Cristina Cerminara e ci sarebbe da dire molto altro. Si visita il sabato dalle 11 alle 17. Offerta libera. Ne vale la pena.
Roberto De Filippo
Un luogo surreale, che non ti aspetti, eppure c'è, esiste: dove vita ed arte si fondono in un miscuglio incredibile.
Meno prosaicamente, si tratta della vecchia fabbrica/mattatoio di #Fiorucci, occupata da circa 60 famiglie di diverse etnie ed arricchita da innumerevoli murales di #streetart.
E' aperto solo il sabato, grazie all'opera di alcuni volontari, e l'ingresso è ad offerta libera.
Conosciuto dagli stranieri, il MAAM è praticamente ignoto agli italiani e, in particolare, a molti romani.
Merita sicuramente una visita.
Mattia Santandrea
Forse il museo di arte contemporanea più bello che io abbia mai visto, sicuramente il più autentico. Il museo é abitato da molte famiglie, che all'interno del museo dormono mangiano e curano gli spazi. Il sabato le porte del luogo aprono a tutti, vengono svolte visite guidate gratuite oppure si può girare liberamente per gli spazi.
I residenti sono davvero accoglienti ed é anche possibile mangiare all'Interno del museo.
É talmente pieno di opere che richiede una visita di almeno 3 ore.
MARCO MONI
Potrei definirlo un museo di arte spontanea , murales, sculture fatte
con vari materiali , anche di riciclo , e
oggettistica dell'epoca .
Alcune attrezzature del vecchio
mattatoio Fiorucci , chiuso 19 anni
fa , sono ancora lì , e danno un senso di
tristezza pensando a quello a cui
servivano , molti murales infatti sono
dedicati ai maiali .
In ogni caso è un posto sicuramente da visitare, all'interno c'è anche un punto di ristoro .
Marco Salvalaggio
Attenzione, non è un posto per tutti. E' un museo, nel senso che ci sono moltissime opere esposte di artisti di tutti i tipi, e se un po' vi interessano l'arte pubblica, di strada, i graffiti o quello che oggi viene etichetattato come Street Art, questo posto è fantastico e sorprendente. Ma è anche la casa di alcuni nuclei famigliari di diversa provenienza, che trovano qui, oltre che un ricovero, un'occasione per portare un loro contributo alla società. Sono loro che custodiscono il museo e allo stesso tempo è il museo che custodisce loro. Anche per questo all'ingresso, di solito, viene chiesto il pagamento di 5 euro a persona. Non è un posto per tutti, dicevo, ma non perché ci siano pericoli, e anzi con un minimo di buonsenso è un posto visitabile da grandi e piccini, ma perché per goderne appieno è necessario lasciare i pregiudizi fuori dal cancello e cercare di capire una realtà certamente diversa da quelle solite. E' sconsigliato a legalisti e identitaristi.
Elettra Morgia
Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz, città meticcia è un esperimento, dove l'arte diventa scudo e protezione di una realtà alternativa, un esperimento antropologico.
Alle 11 ogni sabato viene organizzata una visita guidata gratuita (ma è possibile dare un contributo libero per la pulizia e il mantenimento dello stabile) in questo particolarissimo museo. Ex fabbrica di salumi della Fiorucci, lo stabile abbandonato è stato occupato nel 2012 da famiglie provenienti dai quattro angoli del pianeta. Per evitare gli sgomberi, e grazie alla visione di Giorgio De Finis (tra le altre cose anche direttore del Macro), si è deciso di chiamare a raccolta artisti contemporanei e di permettere loro di esprimere la loro arte negli ampi spazi della struttura. Un esperimento artistico, antropologico e culturale ora candidato a divenire patrimonio immateriale dell'UNESCO.
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