Cogito Ergo Sum
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Era da una vita (nel mio caso lo si può dire letteralmente) che intendevo visitare una centrale nucleare ? e, finalmente, la scorsa settimana si è presentata l'occasione giusta. Il lieto evento si è concretizzato in concomitanza dell'Open Gate 2024 (11-12 maggio), iniziativa attraverso cui SOGIN (Società Gestione Impianti Nucleari) ha reso possibili le visite alle varie infrastrutture poste sotto la sua custodia. Tra queste figura ovviamente anche la centrale di Caorso, la più grande presente nel nostro paese, che avevo peraltro già tentato invano di visitare nel lontano 2015 (in quel caso, tornando da un fine settimana trascorso a Bobbio, provai a fermarmi in loco pur privo di prenotazione). Ad ogni modo, non appena appreso di un nuovo "Open Gate" (quella di quest'anno rappresenta la quarta edizione) tramite un'inserzione su di una nota piattaforma sociale, ci siamo affrettati a prenotare la nostra visita con largo anticipo (verso la metà di marzo). Giunti poi sul posto il giorno della visita alle 15.15 (un'ora prima dell'inizio del tour guidato), abbiamo ricevuto subito un'accoglienza non propriamente idilliaca da parte del guardiano , che provo a descrivere per sommi capi. Ben sapendo del divieto ? di scattare fotografie ? all'interno del perimetro dell'impianto (una mail ? di benvenuto ci aveva edotti sulle norme di comportamento), PRIMA DI ENTRARE con l'auto ? (lo sottolineo) mi sono fermato dinnanzi all'ingresso fotografando ? soltanto la strada d'accesso al sito; nella stessa, proprio quella caricata in questa recensione, non appare assolutamente la centrale ma soltanto il viale cinto da alberi sulla destra e da una ringhiera rossastra sulla sinistra (vedasi appunto la foto allegata ?). Ciononostante, una volta giunti in prossimità della guardiola, il guardiano ci ha raggiunti subito e, con tono intimidatorio, ci ha chiesto i documenti ? e ricordando il divieto ? di cui sopra. La mia replica è stata la seguente: "proprio perché sapevo di tale divieto all'interno del perimetro, ho scattato una fotografia ? dall'esterno a scanso di equivoci" (senza contare poi, come sottolineato, che nell'immagine neanche appare la centrale). Dopo essermi offerto di mostrargli la foto incriminata affinché lui stesso potesse sincerarsi delle mie parole, mi è stato risposto: "non voglio sapere niente, sapete che siete stati ripresi e che io dovrei fare una segnalazione alla questura (immagino quella di Piacenza) che potrebbe anche chiamarvi". Alla fine "ringraziandolo" per averci "graziati", abbiamo ripreso i documenti ? portandoci, non prima di un ulteriore controllo presso lo step successivo (assai più cordiale qui l'operatore ), verso l'area visitatori. A fronte di quanto descritto, mi sorgono spontanei alcuni interrogativi/riflessioni:
1) la questura ha davvero tempo da perdere per chiamarmi ? e chiedermi se abbia fotografato ? una ringhiera e una fila di alberi ?
2) se invece che scattare una foto ? avessi girato un video, magari del cielo azzurro sopra la mia testa, chi mi avrebbe dovuto chiamare? I servizi segreti forse?
3) sulla pagina dedicata alla centrale (peraltro presso questa stessa piattaforma) si possono notare diverse foto ? dell'impianto ? caricate da normalissimi utenti con tanto di nome, cognome e data; (addirittura ve n'è persino una con visuale planimetrica scattata in volo). Per caso queste persone sono già state internate in un gulag siberiano o si trovano ancora a piede libero? ?
4) a fine giornata, curiosando sulla pagina ufficiale Sogin presso lo stesso social network utilizzato per pubblicizzare l'Open Gate, abbiamo trovato ulteriori foto e condivisioni di visitatori nelle quali comparivano tranquillamente gli impianti ben visibili.
Posso dire che ci siamo sentiti PRESI IN GIRO? ?
Ciò premesso, una volta parcheggiata l'auto ? siamo entrati presso il centro visitatori, dal quale siamo poi partiti per l'interessantissima visita. A proposito di quest'ultima, peraltro CONSIGLIATISSIMA ?, ringrazio le nostre guide per la cortesia e la professionalità dimostrate.